Un colore può nutrire corpo, mente ed anima?

Peach Fuzz 13-1023 “si concentra sull’esperienza umana”.

Ho avuto l’idea di scrivere questo articolo quando, leggendo il libro “Questo è il marketing” di Seth Godin, ho trovato un passaggio sulle certificazioni LEED.

Un colore può nutrire corpo, mente e anima?

La scorsa settimana ho avuto il piacere di partecipare a un incontro a Torino tenuto dall'Arch. e T-Builder Claudia Lattuada (5.1 Code), dal titolo "La Vibrazione del colore".

L'evento, sponsorizzato da Geberit, era dedicato agli architetti e ha esplorato l'utilizzo del colore nella progettazione secondo un metodo innovativo: il metodo RAH, assolutamente in linea con i principi della Progettazione Evolutiva®.

L'intervento di Claudia è stato davvero coinvolgente e ricco di spunti di riflessione. Tra le diverse informazioni condivise, una mi ha particolarmente colpito: la descrizione del colore Pantone del 2024, Peach Fuzz: "gentile, dolce e arioso, Peach Fuzz 13-1023 rievoca una nuova modernità. Si concentra sull'esperienza umana che arricchisce e nutre corpo, mente e anima".

Un'espressione semplice, anche se spesso utilizzata in modo banale, quasi come un cliché.

Perché Pantone, un'azienda leader nel settore del colore, sceglie di utilizzare questa espressione per descrivere un colore? È solo marketing o c'è qualcosa di più?

La scelta di Pantone ci invita a riflettere sul potere del colore e sulla sua capacità di influenzare il nostro benessere. Il colore Peach Fuzz, con la sua delicatezza e armonia, potrebbe davvero nutrire corpo, mente e addirittura anima, come suggerisce la sua descrizione?

Come fa chi ha scritto la descrizione di Peach Fuzz a sostenere che un colore possa avere un effetto sulla nostra anima?

Queste domande non hanno una risposta univoca, ma aprono a un interessante dibattito sul potere del colore e sul suo ruolo nella nostra vita. Cosa ne pensi? Hai mai sperimentato come un colore può influenzare il tuo stato d'animo o le tue emozioni?

Avanti
Avanti

Qualificare l'intangibile nell’immobiliare: follia?